Il percorso di qualificazione ai Mondiali FIFA 2026, che si svolgeranno congiuntamente negli Stati Uniti, in Canada e in Messico, è ormai entrato nella fase cruciale. Con l’introduzione del nuovo format a 48 squadre, l’edizione del 2026 segnerà una svolta storica per la competizione. Ogni confederazione ha dovuto rivedere le proprie formule di qualificazione, e a ottobre 2025 è possibile tracciare un bilancio aggiornato dei principali scenari in ciascuna area geografica, analizzando chi è già certo della partecipazione e quali squadre sono ancora in corsa.
Europa (UEFA): una corsa serrata fino all’ultima giornata
Nel continente europeo, le qualificazioni si stanno confermando come una delle competizioni più equilibrate e combattute. La UEFA ha 16 posti garantiti per il torneo del 2026. Le 12 squadre vincitrici dei gironi di qualificazione andranno direttamente al Mondiale, mentre altre 12 formazioni si giocheranno gli ultimi 4 posti attraverso i playoff, che coinvolgono anche le migliori squadre non qualificate tramite la Nations League.
A ottobre 2025, molte delle grandi nazionali europee sono già proiettate verso la qualificazione diretta. Francia, Germania, Portogallo e Inghilterra hanno consolidato il primato nei rispettivi gironi, dimostrando solidità e continuità. Più in bilico la situazione per nazionali come Croazia, Polonia e Serbia, impegnate in lotte serrate per il secondo posto e a rischio playoff.
In particolare, l’Inghilterra rappresenta un caso interessante. Oltre al cammino positivo nelle qualificazioni, è oggetto di attenzione per l’evoluzione della propria rosa. Per un approfondimento sulle prospettive della Nazionale dei Tre Leoni in vista del 2026, è utile consultare questa analisi sulle previsioni e la rosa attuale, che fornisce uno sguardo dettagliato sui talenti emergenti e sulle scelte del commissario tecnico.
Sud America (CONMEBOL): l’Argentina guida, ma il Brasile fatica
Il Sud America dispone di 6 posti diretti per il Mondiale, più uno da assegnare attraverso lo spareggio intercontinentale. La formula rimane quella classica: un girone unico con tutte e 10 le nazionali, che si affrontano in gare di andata e ritorno.
A ottobre 2025, l’Argentina domina la classifica, forte di un gruppo solido e collaudato, anche dopo l’addio alla nazionale di Lionel Messi. La selezione albiceleste è già qualificata con largo anticipo. Al contrario, il Brasile sta attraversando un momento di transizione, con risultati altalenanti e una posizione ancora incerta. Nonostante l’abbondanza di talento, la mancanza di un’identità tattica chiara ha rallentato il percorso della Seleção.
Tra le sorprese positive spicca il Venezuela, attualmente al quinto posto, davanti a squadre tradizionalmente più forti come Paraguay e Cile. La lotta per gli ultimi due posti diretti e per lo spareggio si preannuncia intensa, con sei squadre raccolte in appena quattro punti.
Africa (CAF): debutto del nuovo format a gironi lunghi
Il continente africano ha visto l’introduzione di un nuovo format per le qualificazioni al 2026. Con 9 posti diretti disponibili, più uno per lo spareggio intercontinentale, la CAF ha optato per una fase a gironi composta da 9 gruppi da 6 squadre ciascuno, con solo le prime classificate che accedono al Mondiale.
Dopo un anno di qualificazioni, la situazione nei gironi è ancora molto fluida. Nigeria, Marocco e Senegal stanno rispettando le aspettative e guidano i loro gruppi, ma in molti altri gironi regna l’equilibrio. Il Ghana, ad esempio, è attualmente secondo nel suo gruppo dietro al sorprendente Burkina Faso, mentre la Costa d’Avorio è coinvolta in un testa a testa con il Mali.
La lunga durata della fase a gironi — che si concluderà nel novembre 2025 — lascia spazio a ribaltoni. Alcune federazioni, inoltre, stanno cambiando allenatori e introducendo giovani promesse con l’obiettivo di coniugare presente e futuro. Il livello medio si è alzato, e il margine di errore è ridotto, dato che solo il primo posto garantisce l’accesso diretto.
Asia (AFC): Giappone e Corea del Sud ancora protagoniste
Il processo di qualificazione nella zona asiatica, che mette in palio 8 posti diretti e uno per lo spareggio intercontinentale, è giunto alla fase finale: due gruppi da 6 squadre, le prime due di ciascun gruppo si qualificano direttamente, mentre terze e quarte si affrontano in un’ulteriore fase di playoff per ottenere i posti restanti.
A ottobre 2025, il Giappone guida saldamente il proprio girone, seguito dall’Iran. Nell’altro gruppo, la Corea del Sud, nonostante alcune difficoltà iniziali, ha ripreso il cammino verso la qualificazione. Più incerta la situazione per Arabia Saudita e Australia, entrambe in lotta per il secondo posto.
Tra le sorprese, spicca l’Uzbekistan, che ha vinto importanti scontri diretti e sogna una storica prima qualificazione al Mondiale. L’Asia continua a dimostrare una crescita tecnica e tattica, con un aumento significativo dei giocatori attivi in Europa e una maggiore attenzione all’organizzazione delle federazioni.
Nord America, America Centrale e Caraibi (CONCACAF): scenario atipico
Con tre paesi organizzatori (USA, Canada e Messico) già qualificati d’ufficio, la CONCACAF assegnerà altri tre posti diretti e due pass per gli spareggi. Il format è stato adattato: una prima fase a eliminazione ha ridotto le nazionali in gara a 30, divise in sei gruppi da cinque. Le prime due di ciascun gruppo accederanno a una fase finale a 12 squadre, da cui emergeranno i qualificati.
A ottobre 2025, la prima fase si è conclusa e i 12 team ammessi alla fase decisiva sono noti. Oltre a nazionali consolidate come Costa Rica, Giamaica e Panama, ci sono anche presenze inattese come Curaçao e Suriname.
Il bilanciamento del torneo è reso complesso dalla scarsa competitività di alcune partite nella prima fase e dalla pressione mediatica che grava sulle selezioni caraibiche emergenti. Tuttavia, la crescita di alcune federazioni minori dimostra che l’allargamento del numero di squadre partecipanti ai Mondiali sta incentivando investimenti e riforme.
Oceania (OFC): la Nuova Zelanda resta favorita
L’Oceania ha a disposizione un solo posto per lo spareggio intercontinentale. Anche con il nuovo format a 48 squadre, nessuna nazionale OFC ha ottenuto un pass diretto per il Mondiale, segno del limitato peso politico e tecnico della confederazione.
A ottobre 2025, il percorso di qualificazione ha già confermato la supremazia della Nuova Zelanda, che ha vinto con largo margine le partite del proprio girone. Alle sue spalle si profila una possibile sfida in finale contro Papua Nuova Guinea o Isole Salomone, ma il divario tecnico resta ampio.
Il problema principale dell’Oceania rimane la scarsità di partite competitive e di strutture adeguate. Alcuni osservatori hanno proposto l’idea di un’integrazione della Nuova Zelanda nella zona asiatica (AFC), come avvenuto in passato con l’Australia, ma per ora la FIFA non ha confermato modifiche al quadro delle confederazioni.
Spareggi intercontinentali: formato e date
Lo spareggio intercontinentale metterà in palio gli ultimi due posti per il Mondiale 2026. Parteciperanno sei squadre: una per ciascuna delle quattro confederazioni non europee (AFC, CONMEBOL, CONCACAF, OFC) e due squadre aggiuntive scelte in base al ranking FIFA.
Il mini-torneo si svolgerà nel marzo 2026, con partite secche in sede neutra. Le due teste di serie affronteranno le vincitrici degli scontri tra le altre quattro nazionali. Il sistema privilegia le squadre con miglior ranking, ma lascia spazio a sorprese, come già avvenuto nelle qualificazioni al 2022, quando l’Australia vinse lo spareggio contro il Perù.
La data esatta del sorteggio non è ancora stata annunciata ufficialmente, ma si prevede che venga effettuato subito dopo la fine delle qualificazioni continentali, presumibilmente a dicembre 2025.
Squadre già qualificate (aggiornamento ottobre 2025)
A oggi, ottobre 2025, le seguenti squadre sono già matematicamente qualificate al Mondiale 2026:
- Stati Uniti (Paese ospitante)
- Canada (Paese ospitante)
- Messico (Paese ospitante)
- Argentina
- Francia
- Germania
- Portogallo
- Inghilterra
- Giappone
Altre nazionali, come il Marocco, il Senegal e la Corea del Sud, sono ormai a un passo dalla qualificazione. Tuttavia, gran parte dei posti disponibili sarà assegnata tra novembre e marzo, nel periodo più intenso del calendario internazionale.
Il nuovo format del torneo e il suo impatto
Il Mondiale 2026 vedrà 48 squadre partecipanti, divise in 12 gruppi da 4 squadre. Le prime due di ciascun gruppo e le otto migliori terze accederanno alla fase a eliminazione diretta, che inizierà con i sedicesimi di finale.
Questa riforma, annunciata dalla FIFA già nel 2017, ha sollevato opinioni contrastanti. Da un lato, offre più possibilità alle squadre emergenti di partecipare alla competizione e amplia la platea globale. Dall’altro, aumenta il numero di partite (da 64 a 104) e introduce interrogativi sulla qualità media del torneo.
Molte federazioni minori hanno accolto positivamente il cambiamento, poiché permette una maggiore visibilità e possibilità di crescita. Tuttavia, nazionali storicamente dominanti temono un abbassamento del livello medio e un maggior rischio di infortuni per i propri giocatori, a causa del calendario sempre più compresso.
Considerazioni finali
A sette mesi dall’inizio del Mondiale 2026, la corsa alla qualificazione sta delineando un panorama variegato, in cui grandi potenze e outsider si contendono gli ultimi pass disponibili. L’allargamento a 48 squadre sta modificando profondamente le dinamiche della fase preliminare, aprendo la porta a nuove realtà e intensificando la competizione interna in ciascuna confederazione.
Molte scelte decisive — come i playoff UEFA o gli spareggi intercontinentali — si giocheranno tra dicembre e marzo, in un periodo che potrebbe rivelarsi cruciale anche per i destini di allenatori, federazioni e interi cicli sportivi.
Fonti dati:
- FIFA.com – Sezione ufficiale qualificazioni
- UEFA.com – Statistiche qualificazioni europee
- Transfermarkt – Dati aggiornati su classifiche e convocazioni nazionali