Nel corso degli anni, la Serie A ha visto passare giocatori di qualsiasi tipo: dai campioni affermati ai giovani di talento, passando poi per i buoni giocatori, tra chi è riuscito a sfondare nel grande calcio e chi meno. Tra di loro, c’è però una categoria particolare che ha lasciato un ricordo a tifosi e appassionati pur – non sempre – brillando solo per un breve periodo. Sono le cosiddette “meteore”, quei giocatori che, per un motivo o per un altro, hanno attirato le luci dei riflettori per poi scomparire nel nulla.
Le meteore più celebri della Serie A
I motivi dello scarso rendimento di queste meteore sono diversi, tra chi non è riuscito ad adattarsi al calcio italiano e chi è ricordato più per aneddoti extra-campo che per le loro prestazioni in campo. Vediamo quindi alcune delle meteore più famose della Serie A.
Ishak Belfodil
Una di queste è senz’altro Ishak Belfodil. Arrivato al Bologna nel 2012 con grandi aspettative, l’algerino classe ‘92 sembrava destinato ad una carriera promettente, tanto che l’anno dopo è stato il Parma a puntare su di lui prelevandolo a titolo definitivo dal Lione – squadra peraltro famosa per aver “sfornato” diversi campioni come Benzema.
Con un buon fisico ed una discreta capacità tecnica, la sua prima stagione coi ducali si concluse con 8 gol in 33 presenze e, così, arrivò l’Inter, che lo acquistò nel 2013. Tuttavia, il sogno di Belfodil in nerazzurro si trasformò rapidamente in un incubo: in 8 presenze con l’Inter, non riuscì mai a segnare e venne presto ceduto. Nonostante le buone premesse, il suo impatto in Serie A si limitò a quella breve parentesi col Parma e la sua carriera continuò in modo altalenante tra vari campionati esteri.
Vincent Pericard
Vincent Pericard è uno di quei giocatori arrivati in Italia giovanissimi carichi di aspettative. Francese di origini camerunesi, il classe ‘82 approdò alla Juventus nel 2000, a soli 18 anni, considerato uno dei giovani più promettenti del calcio francese dopo aver fatto il suo ingresso nella prima squadra del Saint-Etienne a soli 16 anni. Dotato di un fisico possente e di grande velocità, sembrava avere tutte le carte in regola per emergere in Serie A. Tuttavia, l’impatto con il calcio italiano fu tutt’altro che facile e non tanto per motivi tecnici, quanto piuttosto per via di un messaggio ad una donna.
Questa donna, però, era l’allora compagna di Bettega, vicepresidente del club bianconero, che, venuto a sapere dell’sms, chiamò il giocatore per chiedergli spiegazioni. Pericard non lo sapeva e per lui si trattava soltanto di un avance alla sua insegnante di italiano, ma quell’episodio, come lui stesso ha raccontato in un’intervista riportata da Fanpage.it, gli costò la sua esperienza a Torino. Dopo due stagioni e due soli spezzoni di partita, il francese venne ceduto al Portsmouth per poi scomparire dai radar del grande calcio europeo. Per lui, ci fu anche un altro brutto episodio: nel 2007, dopo esser stato fermato dalle forze dell’ordine per eccesso di velocità, mentì sulla sua identità, venendo poi arrestato e incarcerato per quattro mesi.
Fabian Carini
L’Italia è sempre stata una grande scuola per i portieri, con alcuni dei quali arrivati ad esser considerati addirittura tra i migliori. Basti vedere questa lista dei portieri più forti al mondo, dove compaiono nomi come l’ex Roma Alisson e l’ex Milan Gianluigi Donnarumma. Tuttavia, per altri, l’esperienza nel nostro Paese si è rivelato quasi un incubo. È il caso, questo, di Fabian Carini, a tutti gli effetti una delle meteore passate dalla Serie A. Arrivato alla Juventus nel 2000, il numero uno uruguaiano era allora considerato come una delle migliori promesse nel suo ruolo dopo essersi messo in mostra con il Danubio. Però, una volta giunto a Torino, trovò pochissimo spazio e, dopo tre stagioni alla Juve, di cui una in prestito allo Standard Liegi, si trasferì all’Inter nell’ambito dell’operazione di mercato che portò Fabio Cannavaro nel capoluogo piemontese. Anche in nerazzurro deluse le aspettative e lo stesso successe al Cagliari dove era stato spedito in prestito dopo una sola stagione. La sua parentesi italiana si concluse quindi nel 2007, dopo appena 12 presenze totali nel massimo campionato, con la sua carriera che non prese mai la piega aspettata neanche nelle sue esperienze successive tra Spagna, Brasile e Uruguay nonostante fu a lungo il portiere della sua Nazionale.
Keirrison
Un’altra promessa incompiuta è stato Keirrison che, nel 2009, sbarcò a Firenze, dopo essere stato acquistato dal Barcellona come uno dei giovani più promettenti del calcio sudamericano. La sua avventura alla Fiorentina, tuttavia, si risolse in un clamoroso flop: mai schierato come titolare e con una sola presenza in campo, il centravanti brasiliano rimase una meteora di passaggio nella Serie A, un ricordo sfuggente di quel “fenomeno” che doveva essere e non fu mai. Dopo l’esperienza italiana, il brasiliano tornò in patria, dove la sua carriera non raggiunse mai i livelli previsti.
Gaizka Mendieta
Uno dei casi più interessanti e sorprendenti è sicuramente quello di Gaizka Mendieta, il centrocampista spagnolo che nel 2001, dopo esser stato uno dei migliori giocatori della Liga con il Valencia, approdò alla Lazio con enormi aspettative e un prezzo di trasferimento elevatissimo, circa 90 miliardi di lire. Purtroppo, il suo talento non riuscì a brillare come in Spagna, e Mendieta faticò ad adattarsi al calcio italiano. Dopo solo una stagione in Serie A, fu ceduto in prestito al Barcellona, lasciando un grande punto interrogativo sul perché non riuscì mai ad esprimere tutto il suo talento nel nostro campionato.