NBA, i migliori rookie della storia

La NBA è partita col botto trovando la sua prossima star del futuro. Si chiama Victor Wembanyama, è nato il 4 gennaio 2004 a Le Chesnay, non troppo distante da Parigi, ed è il prossimo “unicorno” della lega e molto probabilmente di tutta la storia del basket.

Di giocatori alti in NBA ce ne sono stati negli anni, ma come lui, al momento, non ce ne sono. Con 2,26 metri di altezza è il più alto del campionato superando anche un colosso come Boban Marjanovic che dopo aver detenuto il primato per diverse stagioni ha dovuto abdicare in favore del francese.

Ridurre però all’altezza la sua caratteristica principale sarebbe però riduttivo. Wembanyama è un giocatore super completo sia in attacco che in difesa che ha bisogno di limare solo qualche dettaglio e con Gregg Popovich “The sky is the limit” – il cielo è il limite – come si suol dire Oltreoceano. Un cestista della sua stazza con la sua proprietà di palleggio, di tiro dalla media e lunga distanza, la sua rapidità di piedi che gli consente di muoversi bene anche lontano dall’azione e di restare ben saldo in marcatura sugli avversari.

Di doti questo ragazzo ne ha a bizzeffe e ormai quasi più nessuno dubita del suo potenziale dopo averlo visto in questa prima parte di stagione con la maglia dei San Antonio Spurs. Il transalpino è quindi di diritto uno dei potenziali Rookie of the Year e se non ci saranno imprevisti il riconoscimento è tutto dalla sua parte.

Certo, dovrà fare i conti con Chet Holmgren, altro giocatore simile e anche lui tra i più alti della lega, che sta ben figurando con gli Oklahoma City Thunder in questa sua prima stagione dopo aver passato la scorsa da infortunato, ma insomma, per Wembanyama e gli Spurs il futuro sembra essere più che roseo.

La storia del basket americano, del resto, è ricca di campioni che, dopo esser stati chiamati al draft con le prime scelte, si sono poi affermati arrivando a vincere il premio di rookie dell’anno. Alcuni, però, hanno forse superato anche le aspettative, poiché sono riusciti a trionfare pur essendo stati scelti con le chiamate più basse. Vediamo quindi chi sono i migliori rookie della storia dell’NBA.

I migliori rookie della storia dell’NBA

Andando in ordine cronologico, il primo nome di questa lista è quello di Elgin Baylor. Chiamato con la prima scelta assoluta al Draft del 1958 quando ancora i Lakers erano a Minneapolis, il classe 1934 è stato uno dei giocatori più forti di sempre a non aver mai vinto un titolo. La sua stagione da rookie la chiuse con una media di 25 punti, 15 rimbalzi e 4 assist.

Dopodiché, troviamo uno dei giocatori più dominanti dell’NBA, Wilt Chamberlain. Dopo un passato negli Harlem Globetrotters, decide di fare sul serio e nel 1959 firma con i Philadelphia Warriors diventando sin da subito il cestista più pagato della lega. Alla sua prima stagione registrò 37,6 punti e 27 rimbalzi di media confermando le alte aspettative che c’erano su di lui e primo giocatore di sempre in grado di vincere titolo di rookie dell’anno ed MVP all’esordio nel campionato.

Erano anni eccezionali per l’NBA di quei tempi e così un anno dopo Wilt arrivò un altro grandissimo di questo sport, Oscar Robertson. Prima scelta al Draft del 1960, The Big O chiuse la sua stagione da debuttante con una doppia doppia di media (30,5 punti, 10,1 rimbalzi e 9,7 assist) sfiorando la tripla doppia che comunque arrivò l’anno dopo diventando il primo giocatore della storia a riuscirci.

Un altro in grado di riuscire a chiudere la sua prima stagione in NBA con cifre ai limiti del paranormale  è stato Walt Bellamy, che ha esordito con la maglia dei Chicago Packers nel 1961 chiudendo il suo primo campionato con 31,6 punti e 19 rimbalzi di media.

Passa qualche anno e arriva Wes Unseld, secondo giocatore di sempre ad aggiudicarsi i premi di rookie dell’anno e MVP al debutto in NBA (nel 1968 con i Baltimora Bullets) dopo Chamberlain. 

Poi troviamo Elvin Hayes, uno che alla sua prima stagione nella lega riuscì a farsi subito chiamare per l’All-Star Games. I San Diego Rockets puntarono forte su di lui e non furono delusi: 28,4 punti e oltre 17 rimbalzi di media all’esordio.

Nel 1969 tocca invece a Kareem Abdul-Jabbar, miglior marcatore di sempre dell’NBA fino alla stagione scorsa, quando LeBron James è riuscito nell’impresa di superarlo. Nella sua prima stagione nella lega, Kareem The Dream chiuse con quasi 30 punti, 14,5 rimbalzi e 4 assist di media. L’anno dopo porterà il titolo a Milwaukee insieme a Robertson.

Dieci anni dopo è stato il turno di Magic Johnson, altro volto dell’NBA di quegli anni che subito mise in mostra il suo estro e le sue doti da playmaker, tanto che riuscì a vincere subito il titolo e a guadagnarsi il riconoscimento di MVP delle Finals. Mai nessun rookie prima ci era riuscito.

Neanche Michael Jordan, comunque tra i migliori esordienti di sempre prendendosi subito la scena della lega con una prima regular season da 28 punti, 6,5 rimbalzi e 6 assist di media.

Poi troviamo uno dei suoi rivali di quegli anni, David Robinson, che con gli Spurs ha dominato in lungo e in largo nelle difese avversarie, compresa nella sua stagione d’esordio: 24,3 punti e 12 rimbalzi di media.

Tra gli altri migliori rookie di sempre troviamo poi Allen Iverson, che al suo primo anno in NBA chiuse con 23,5 punti, 4,1 e 7,5 assist di media, Tim Duncan, che piazzò subito una doppia doppia di media da 21,2 punti e 11,9 rimbalzi al debutto, e Shaquille O’Neal, che registrò 23,4 punti, 13,9 rimbalzi e 3,5 stoppate di media all’esordio con la maglia degli Orlando Magic. Infine, non può mancare, ovviamente, The Choosen One, LeBron James, che terminò la sua prima stagione nella lega con una media di 20,9 punti, 5,5 rimbalzi e 5,9 assist.